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I campi sono bianchi, ma la neve non c’entra

La calce è nota per essere un materiale versatile e dalle mille applicazioni.
Oltre che nell’edilizia e nel restauro, ambiti di cui ci occupiamo come Forum Italiano Calce, sono molti i settori industriali e produttivi (chimica, siderurgia, agricoltura, ambiente ecc.) che beneficiano delle sue straordinarie proprietà.
Viaggiando per l’Italia, non è raro osservare distese di campi coperti da una coltre di colore bianco candido, anche lontano dalla stagione più fredda

La calce nel consolidamento dei terreni
L’impiego della calce per il trattamento dei terreni argillosi costituisce una tecnica ormai consolidata da più di trent’anni.
In Italia le prime sperimentazioni risalgono agli anni ‘70 ma solamente negli ultimi 5, 6 anni la pratica della stabilizzazione a calce ha avuto un deciso impulso, con impieghi sempre crescenti per la costruzione di rilevati e terrapieni, per il ripristino di strade rurali, per la realizzazione di strati delle sottostrutture stradali, ferroviarie ed aeroportuali, per la bonifica dei terreni argillosi ad elevata compressibilità e suscettibilità ai fenomeni di ritiro e rigonfiamento, ecc.
L’uso delle terre stabilizzate a calce produce effetti benefici sia sotto l’aspetto tecnico che sotto l’aspetto ambientale. In particolare, a riguardo dell’aspetto ambientale, il trattamento a calce può rappresentare un’opportunità, per effetto, sia del minor consumo delle risorse naturali quali ghiaie e calcari che dell’impiego di quei terreni argillosi altrimenti asportati e destinati a rifiuto.
La stabilizzazione a calce è un tipico esempio di stabilizzazione chimica, nota già ad Egizi e Romani, i quali utilizzarono tale metodo nella realizzazione della via Appia.
Può essere eseguita sia utilizzando calce viva che calce idrata e la differenza consiste principalmente nella quantità di materiale da utilizzare per lo svolgimento delle reazioni di miglioramento: la calce viva, data la maggiore quantità di ioni calcio disponibili per un determinato volume, consente di utilizzare ridotte quantità di materiale rispetto alla calce idrata. Viene utilizzata prevalentemente nella stabilizzazione di terreni a grana fina e medio- fina, in cui le particelle limo-argillose reagiscono con gli ioni calcio ed alluminio formando composti stabili del tutto simili a quelli osservabili nei cementi, quali silicati idrati ed alluminati idrati di calcio, che tendono a rivestire le particelle di argilla dapprima in forma di gel e, successivamente, in forma cristallina . All’addizione del terreno con calce viva ed acqua ha luogo la reazione di idratazione della calce, fortemente esotermica. In seguito due differenti reazioni chimiche si sviluppano contemporaneamente, ma su scale di tempo differenti: la prima, detta di modifica, si sviluppa entro pochi giorni dallo spegnimento della calce e provoca la flocculazione dei grani limo- argillosi, con conseguente riduzione della quantità di frazione fina e della compressibilità; la seconda, detta di stabilizzazione, avviene nel lungo periodo e si esplica mediante reazioni pozzolaniche, con formazione di legami di cementazione.
Lo sviluppo di tali reazioni avviene in ambiente basico, con valori che raggiungono anche pH 12.6 e si possono ritenere terminate quando si osservano consistenti riduzioni del pH stesso. Dal punto di vista meccanico, la stabilizzazione a calce provoca l’aumento della resistenza al taglio e la riduzione della compressibilità.
Tali cambiamenti sono diretta conseguenza delle modifiche microstrutturali indotte dall’addizione della calce e risultano fortemente influenzate dal tempo di maturazione del composto calce-terreno.

La Calce in agricoltura
Un’insidia per le colture agricole è spesso rappresentata dall’eccesso di acidità nei terreni, che può determinarsi nei suoli come conseguenza di vari e complessi fenomeni di acidificazione tra i quali le piogge acide. Questo nemico invisibile e silenzioso minaccia lo sviluppo delle colture agricole sensibili e perfino della vegetazione spontanea. Solo poche piante, erbacee e/o arboree, preferiscono i terreni acidi: lupino, sughera e castagno ad esempio. Più numerose sono quelle che necessitano di un’acidità non eccessiva: patata, mais, riso, melo e noce. Molte graminacee sono resistenti al terreno acido ma in sua presenza forniscono foraggio scadente perché povero di calcio e fosforo. Il frumento fornisce i migliori risultati produttivi nei terreni che presentano un’acidità minima.
La bietola da zucchero e la maggior parte delle leguminose da foraggio prosperano in modo evidente in terreni non acidi, ma alcalini. La neutralizzazione del pH di un terreno si può realizzare attraverso la “calcitazione” che, in senso generico, significa somministrare della calce idrata ai terreni acidi disperdendola sulla superficie. L’utilizzo delle calce va considerato pratica agronomica corrente e gli effetti positivi delle calci sui suoli agrari sono ben documentati. Le linee tecniche di utilizzo sono fondamentalmente tre:
Utilizzo come correttivo
Come noto, l’acidità nei suoli agrari determina una serie di conseguenze negative, in particolare: la ridotta disponibilità di elementi nutritivi (Ca, Mg e K) e scarsa assimilabilità del fosforo; l’inibizione della microflora batterica con conseguente rallentamento dei processi di nitrificazione; l’instaurarsi di condizioni anaerobiche (cattiva strutturazione del terreno, scarsa mineralizzazione della sostanza organica) ecc. Come detto, le calci rappresentano un correttivo d’eccellenza per i terreni acidi. I dosaggi da apportare variano indicativamente tra 20-40 t/ha, preventivando ripetizioni nel tempo dell’intervento in quanto il potere tampone del terreno tende a riportare il pH ai valori originari.
Utilizzo come ammendante
Ha l’obiettivo di migliorare le caratteristiche fisiche, chimiche, meccaniche e l’attività biologica del terreno. Risulta pertanto proponibile oltre che su terreni acidi anche in quelli neutri o debolmente alcalini, argillosi e con problemi di struttura.
L’apporto dello ione calcio, in questi casi, migliora diversi importanti parametri, quali la stabilità di struttura, la lavorabilità, la capacità di ritenzione idrica.
Utilizzo come fertilizzante
Le quantità da calce da distribuire sono in questo caso relativamente modeste
L’apporto di calce come fertilizzante può essere ripetuto ogni anno, come pratica di routine, sempre a fronte della conoscenza delle dotazioni iniziali del terreno e con riferimento alle colture previste nella rotazione.

L’impiego della calce nel consolidamento dei terreni e in agricoltura è dunque una pratica ben ormai diffusa, che trova sempre più applicazione anche nel nostro territorio, non solo per l’efficacia riconosciuta ai processi sopra descritti ma anche e soprattutto per gli aspetti ecologici e i vantaggi ambientali che lo rendono alternativo ad altri tipi di intervento più invasivi e pericolosi per l’uomo e l’ambiente.

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