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Le fornaci da calce della Terra di Rio (Isola d’Elba)

La calce è un materiale molto antico, fondamentale nella storia dell’architettura, basti pensare che il più remoto manufatto realizzato con questo elemento è un pavimento ritrovato nella Galilea meridionale, che risale a 7000 anni fa. Sembra che siano stati addirittura i Fenici gli scopritori della preparazione di malte realizzate con calce dolce e sabbia vulcanica delle Cicladi. In tutta l’Elba e, soprattutto, nel versante occidentale del territorio riese, le cave e fornaci da calce erano, un tempo, molto diffuse e rappresentavano una attività piuttosto redditizia.

Un documento del 1865 conservato nell’Archivio storico di Rio afferma:
“… le risorse principali della popolazione sono: 1) l’escavazione delle miniere di ferro di proprietà del Regio Governo; 2) la navigazione; 3) la viticoltura; 4) la macinazione dei cereali (da sempre per tutta l’Elba appianea); la selvicoltura e 6) la fabbricazione della calce. I commerci ed i traffici consistono nel trasporto del minerale di ferro, di carbone, di legna da ardere, di granaglie, olio, vino per entro il Mediterraneo, ed i luoghi più frequentati dal naviglio del paese sono Barcellona, Marsiglia, Bona, Mirra, continente italiano, Malta, Sardegna, Corsica, Sicilia e Mar Nero.
Il Comune ha n° 100 bastimenti della portata complessiva di n° 8697 tonnellate con n° 741 marinari. Le importazioni si riferiscono ai cereali, legumi, ortaglie, generi coloniali, vino, liquori, bestiami, salumi, stoppa, cavi, pannine, mobilie, terrecotte, legnami, ferro, acciaio e le esportazioni si limitano al minerale di ferro, alla calce, ai marmi mischi bianchi e cipollini e a piccole quantità di vino, fichi secchi, agrumi e carbone. L’esportazione della calce potrebbe prendere un certo sviluppo, giacchè quella che da la pietra che si scava sulla costa occidentale è eminentemente idraulica e non ha bisogno di pozzolana, quando i fabbricanti si piegassero ad adottare il sistema delle fornaci chiuse a fuoco continuo…”

Le fornaci da calce sono descritte in un quadro statistico che riporta diversi dati, tra cui anche il nome del proprietario e il numero dei lavoranti, ma noi, in questa sede, ci limiteremo ad elencare i luoghi dove si trovavano, che riportiamo come sono scritti nel documento e quindi con il nome che avevano a quel tempo.
Se ne trovavano dunque: 2 a Bagnaia, 1 a Suppediano,1 alle Secche, 5 a Sporto, 5 a Sportino, 2 a Mangani, 1 ai Campi Tamanci, 1 al Pisciatojo, una a Cala Mandriola, una a Cavo, una alle Paffe, una alle Fornacelle, due a Vegnola, due all’Aja di Cacio. Sono poi riportati i luoghi in cui erano ubicate le Cave di Calce idraulica, che si trovavano: all’Aja di Cacio, a Monte Grosso, a Sporto, a Sportino, a Bagnaja, alle Secche, ai Mangani, a Filicajolo. E Cave di Calce dolce: a Grassera, a San Quirico, alle Perelle, a Giudimente, al Fico, all’Acqua di strada, a Mezzo Ortano, a Praticciolo, a San Felo, a Ortano, Aja di Cacio.

A testimoniare quest’attività, oggi rimane, sul lato sinistro della spiaggia di Nisporto, una fornace monumentale quasi totalmente integra, la cui storia è stata già trattata da altri in diverse occasioni ma di cui, in questa sede, riteniamo opportuno dare qualche accenno.
La fornace di Nisporto apparteneva, nei primi anni del novecento, ad una ballerina classica che, abbandonate repentinamente le scene, si era trasferita senza che nessuno ne conoscesse il motivo, in questo angolo allora selvaggio di isola. Il via vai di Lacconi, le grosse barche che trasportavano la calce, si racconta che fosse intervallato dalle visite di una elegante scialuppa che trasportava addirittura un principe.
È suggestiva l’immagine, ormai divenuta leggendaria, del tappeto rosso che si racconta fosse steso dalla battigia all’ingresso della casa della “ballerina”, per impedire all’illustre ospite di calpestare la spiaggia come i comuni mortali.

Testo di Gloria Peria

Gloria Peria coordina la Gestione Associata degli Archivi storici comunali dell’Isola d’Elba.
Il presente articolo è stato pubblicato per la prima volta nel notiziario del Comune di Rio nell’Elba, L’InformaRio n. 5, 2011.

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