skip to Main Content

Calce e Fichi

Contrariamente a quanto fa pensare il suo nome, il fico d’India è originario del Messico ed è stato introdotto in Europa solo dopo la scoperta del Nuovo Continente. Le sue capacità di resistere a terreni aridi e a periodi di siccità, lo rendono una delle piante spontanee più diffuse del sud Italia. Perfetto da consumarsi durante le giornate afose, visto il suo alto potere dissetante, i suoi benefici si devono anche alle sue virtù di diuretico e alla capacità di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue.
Un frutto dunque che andrebbe consumato tutto l’anno: da qui il problema di come conservarlo.

Fichi d’india alla calce
Pensate di sapere se non tutto almeno un sacco di cose intorno alla calce? Forse nessuno vi aveva ancora detto che i fichi d’India debitamente passati nella calce si conservano fino a Natale e a tutto l’inverno inoltrato.
Il procedimento è semplice: il frutto maturo va staccato dalla pianta insieme ad un pezzo della pianta stessa, cosparso di abbondante calce viva e disposto in cassette di legno, in luogo fresco e asciutto. La causticità della calce garantisce una perfetta conservazione per mesi e mesi e il gusto non verrà minimamente alterato.

Fico comune e malte di calce
Ben prima che il fico d’India si diffondesse in Europa e in Italia, il fico comune, oltre ad essere apprezzato perchè squisito e succulento, trovava impiego come ‘additivo’ nelle malte di calce. Plinio il Vecchio nel Libro XXXVI del suo trattato ‘Naturalis Historia’, ci descrive una malta di calce particolarmente tenace, grazie agli ingredienti di origine animale (lardo) e vegetale (vino e fichi) aggiunti in fase di impasto.

Ecco il testo:
‘… la malta si fa con calce fresca. Si spegne un pezzo di calce nel vino, e poi lo si pesta con grasso suino e fichi, entrambi agenti che lo ammorbidiscono. Il risultato è il materiale più saldo di tutti, superiore in durezza alla pietra. La superficie da trattare con la malta va prima unta accuratamente con olio…’

662_calce_fico_india
Back To Top